Uzbekistan – Bukhara

Quando ebbono passato in ponente overo il diserto, vennero a una città ch’à nome Baccara, la piú grande e la piú nobile del paese; e eravi per signore uno ch’avea nome Barac. Quando i due fratelli vennero a questa città, non poterono passare piú oltre e dimoró[n]vi tre anni.

Così scrive Marco Polo sul suo “Milione” descrivendo la città di Bukhara, dove col fratello Niccolò dimorò per ben tre anni (1261-1264).

Anche noi vi siamo arrivati da occidente, da Khiva, dopo un percorso di parecchie ore attraverso una landa desolata e piatta.
Bukhara, città di 250 mila abitanti, racchiude alcuni dei gioielli più belli dell’arte samanide, persiana e islamica. Fondata circa due mila anni fa, ebbe un importante periodo di splendore sotto la dominazione Samanide (IX e X secolo), tempo a cui risale uno dei monumenti più importanti della città, il mausoleo Ismail Samani. Unico esempio architettonico di quell’epoca e più antico monumento di arte islamica in Asia centrale, sopravvisse all’invasione dei Mongoli di Gengis Khan (che distrussero completamente la città nel 1223) solo grazie al fatto che varie inondazioni nei secoli precedenti l’avevano completamente ricoperto di fango e detriti. Più tardi la città venne conquistata da Tamerlano e vide l’inizio di un nuovo periodo di rinascita, fino ai secoli XVI-XVIII (Khanato di Bukhara), quando grazie ai traffici che percorrevano la ‘Via della Seta’, divenne un ricco e importante centro commerciale.

Il minareto Kalyan

Un altro splendido monumento sopravvissuto alla furia distruttiva di Gengis Khan, fu il minareto Kalyan, che grazie alla sua elegante bellezza fu risparmiato dal terribile condottiero. Le adiacenti madrase del complesso Po-i-Kalyan invece furono incendiate e distrutte. Quelle che vediamo oggi risalgono ai secoli XIV – XV e costituiscono comunque uno splendido esempio di arte islamica, che giustificano sicuramente la fama e la bellezza della città.

La città di Bukhara fu dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1993. Non solo per i significativi monumenti che racchiude, ma soprattutto per l’impianto stesso della città, che nonostante le distruzioni subite, è rimasto nella sua struttura millenaria a testimoniare il livello di pianificazione urbana e architetturale dell’epoca Samanide e Shaibanide.

Molte altre sono le opere che meritano di essere menzionate: le madrase Mir-i-Arab, Abdoullaziz Khan, Ulugh Beg, Nodir Devon Begi e Kosh, le moschee Kalyan e Bolo Hauz, la fortezza Ark, che mostriamo nelle foto che seguono.

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