Cina – Pechino – La Città Proibita

La Città Proibita, o Palazzo Imperiale, è senz’altro il monumento simbolo di Pechino.

Ha un’estensione di 720 mila mq, un grande rettangolo lungo 960 metri (in direzione nord-sud) e largo 753 metri, circondato da un fossato sovrastato da possenti mura, contenente all’interno una serie infinita di palazzi (padiglioni), sale e cortili, un tempo pieni di arredi ed oggetti preziosi (poi sottratti dagli Inglesi e dai seguaci di Chiang Kaishek, prima di fuggire a Taiwan).

Fu realizzato da Yong Le, terzo Imperatore della dinastia Ming, tra il 1406 ed il 1420. Conta 9999 stanze (una stanza è semplicemente lo spazio compreso tra 4 colonne, anche se non ci sono le pareti divisorie) in circa 800 palazzi e padiglioni, separati da giardini, scalinate e muraglioni. L’impressione generale è stupefacente, con il suo susseguirsi di tetti ricurvi, cortili, terrazze, possenti colonne e troni dorati, anche se a ben guardare tutto e’ cosi’ in ordine e ben dipinto a colori vivaci che sembra fatto ieri. In realta’, un pesante intervento di restauro precedente alle Olimpiadi del 2008 (ed in parte ancora in corso) ha riportato il complesso imperiale ad uno splendore un po’ troppo artificiale.

Comunque, ripensando alla storia passata tra quelle mura e quei palazzi, ai 24 Imperatori che l’hanno abitato, ai mandarini che vi sono transitati, alle migliaia di guerrieri schierati negli innumerevoli cortili, si dimenticano in breve tempo gli interventi restaurativi un po’ troppo pesanti e ci si immedesima in fretta nell’atmosfera dell’antica Cina, che spesso ci ha affascinato nei grandi film storici qui ambientati.

La grande Sala dell’Armonia Suprema

La vista inizia dal primo cortile, a cui si accede attraverso la porta Wumen (col sovrastante faccione di Mao Tzedong) e da qui prosegue con un susseguirsi di porte, cortili, terrazze, palazzi e cosi’ via, immersi nella architettura simbolica del confucianesimo e imperiale. Si percorre cosi’ uno dei 5 ponti sul fiume dorato, che simboleggiano le 5 virtu’ cardinali del confucianesimo, si passa ai piedi di immensi leoni di bronzo, simbolo dell’Imperatore, si attraversa la porta dell’Armonia Suprema, entrando nella corte principale, capace di contenere fino a 100 mila persone (ricordate il film “L’ultimo Imperatore”?). Davanti a noi ancora una terrazza, sul cui perimetro ci sono enormi contenitori, un tempo pieni d’acqua che serviva per eventuali incendi (ce ne furono molti, nel corso dei secoli, anche molto distruttivi), mentre su un livello piu’ alto si trovano 18 incensiere, una per ciascuna delle provincie che componevano l’impero cinese ai tempi della dinastia Ming. Un’altra gradinata conduce ad un enorme dian, alto 35 metri (un grande palazzo, dove possenti colonne di legno sostengono un tetto ricurvo ed estremamente complicato – senza uso di chiodi – tutto splendidamente dipinto). E’ la sala principale del palazzo, chiamata Sala dell’Armonia Suprema, a cui un tempo poteva accedere solo l’Imperatore. Dappertutto draghi che giocano con la perla infuocata, elefanti, gru e tartarughe, simboli del potere, della longevita’, della saggezza. anche sui tetti, file di animali ornano le grondaie ed i bordi.

Ornamenti sui tetti del Palazzo Imperiale

Dietro al palazzo un lungo monolito di marmo (lungo 16 metri), raffigurante 9 draghi che si inseguono tra le montagne sacre. Il blocco di marmo, pesante 250 tonnellate, proviene da una localita’ distante 50 km da Pechino. Fu trasportato lungo un canale ghiacciato, scavato appositamente per il trasporto (ingegno d’altri tempi!).

Ancora una porta (della Purezza Celeste), un omonimo palazzo (contenente 4 enormi specchi dell’epoca!), poi la Sala dell’Unione, il Palazzo della Tranquillità Terrestre, contenente dei letti in muratura che potevano essere riscaldati durante l’inverno.

Tra una serie di altri palazzi minori, si giunge alla porta settentrionale, che delimita la Città Imperiale dopo la quale sorge la Collina del Carbone, un tempo parte del palazzo, ma successivamente adibita a deposito, appunto, del combustibile necessario per il palazzo.

Un piccolo documento video, ripreso all’interno del palazzo.

Video

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