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Chiang Mai - Thailandia - 28 Dicembre 2007.
Sveglia molto prima dell'alba e dopo una veloce colazione in piedi, lasciamo il nostro hotel-bomboniera e partiamo col pulmino alla volta del confine con il Laos. Ci aspettano 300 km di montagne e valli. L'autista e' un po' spericolato, a dispetto delle curve e dei centri abitati (attraversati a 130 all'ora).

inizia il viaggio
Inizia il viaggio

Durante il tragitto, vediamo farsi giorno, mentre la nebbia avvolge a tratti colline e praterie. Dopo 4 ore (sono quasi le 8 del mattino) arriviamo a Chiang Khong, sul fiume Mekong, che in questo tratto segna il confine tra Thainlandia e Laos.

Una vecchia struttura in legno, una specie di arco, ci ricorda che questa e' la porta, il punto di passaggio tra Siam e Indocina.

Sbrigate le pratiche doganali di uscita dalla Thailandia, attraversiamo il Mekong su di un rumoroso barchino dall'equilibrio precario. Di la' ci aspetta la nostra guida, Susanna, che ci accoglie con il tipico benvenuto: Sabbai Dee !! seguito da "buongiorno!" (ci dira' poi che e' l'unica guida lao a parlare l'italiano!!).

35$ a testa per il visto laotiano (francesi e tedeschi ne pagherebbero 30: perche' ?), poi saliamo su di una motoretta-taxi, una specie di APE Piaggio, valige comprese, e arriviamo in pochi minuti all'imbarcadero. Ci aspetta un'imbarcazione, tutta per noi, lunga almeno 25 m, larga 4, condotta da una famigliola, che l'ha in gestione e vive sulla barca. Hanno la cucina, il bagno, i materassi per dormire. Il padre e' il pilota, la madre cucina per i turisti, i figli aiutano, la nonna guarda. Si parte.

Cercatori d'oro
Cercatori d'oro sul Mekong

Il Mekong e' un fiume di oltre 4000 km, di cui 1700 in Laos. Per quasi meta' della sua lunghezza il Mekong scorre in Cina, dove nasce nell'altopiano del Tibet. E' il docicesimo fiume del mondo per lunghezza, il decimo per portata. Scorre tra sponde rocciose, a volte gli spuntoni di roccia invadono anche il letto principale e la nostra barca deve un po' zigzagare per evitarli. Confidiamo nella perizia del pilota. L'acqua e' color cappuccino per i sedimenti che trasporta, raccolti dalle turbolenze del suo percorso, soprattutto in Cina. Sulle rive, tra le rocce, ci sono spesso lingue di sabbia, anche molto alte, depositata quando il livello del fiume e' piu' alto, nella stagione delle piogge. A volte si scorgono dei cercatori d'oro, che pazientemente setacciano la sabbia per estrarre, sembra molto raramente, minuscole pagliuzze dorate.

Scivoliamo tra le colline ricoperte da fitta vegetazione (piena jungla!). Si intravvedono ogni tanto poveri villaggi che sorgono appena sopra il segno del livello massimo del fiume. Ne visitiamo uno (il nome e' impronunciabile, ma ha a che fare con le rocce): povera gente, soprattutto donne e bambini che razzolano con i polli per stradine polverose. Le casette sono su palafitte, di legno, pareti in bambu' intrecciato.

Abitazioni tipiche
Abitazioni tipiche

In paese si sta festeggiando un matrimonio: lo sposa e la sposa, due ragazzi, ci vengono incontro. Tengono in mano un cesto in cui raccolgono i doni (soldi). In cambio ci offrono una bevanda gialla, forse the, dentro un unico bicchiere in cui ha gia' bevuto l'intero villaggio. Gli diamo un dollaro, ci regalano due caramelle.

Parecchi giovani mangiano lungo tavolate con tovaglie di plastica. I maschi sono seduti a tavola, le donne cucinano e distribuiscono i piatti. Il tutto e' allietato da una misica lao-pop, diffusa da casse da stadio. Un gruppetto di giovani balla al ritmo della musica, mentre un po' piu' in su un gruppo di monaci-bambini, avvolti in vesti giallo-arancio, assiste alla festa con un po' di invidia.

Pranzo di matrimonio al villaggio
Pranzo di matrimonio al villaggio

Riprendiamo la nostra navigazione. Alle 17 (dopo 8 ore di barca con pranzo a bordo) arriviamo a Pak Beng (approdo), per la notte. L'albergo non e' una bomboniera, ma piuttosto una scatola di latta. Non c'e' acqua calda (ci sono pero' due grossi thermos che la contengono), luce fioca che arriva da un rumoroso gruppo elettrogeno (fortunatamente la notte lo spengono, per cui si rimane al buio senza energia elettrica). Almeno dalla balconata si gode un discreto panorama. Dopo una cena a base di grana e tonno (di provenienza italica) andiamo a dormire alle 21.

L'approdo di Pak Benk
L'approdo delle barche a Pak Beng

 

Pak Beng - Laos - 29 Dicembre 2007. Sveglia alle 7, colazione a base di pane (e basta), poi si risale sul barcone alla volta di Luang Prabang. Ci aspettano altre 8 - 10 ore di navigazione. Il tempo non e' bello, la nebbia avvolge le colline e non fa per niente caldo.

Il tempo migliora col passare delle ore, verso le 11 c'e' un bel sole caldo ed il vento creato dal movimento veloce della barca si sente volentieri. La navigazione procede tranquilla tra due sponde a volte rocciose, a volte sabbiose, sempre sovrastate da colline verdeggianti di jungla. Ci sono ogni tanto gruppi di alberi slanciati e spogli, coi fusti bianchi, simili a betulle. Scopriremo piu' avanti che si tratta di piantagioni di teak, coltivati dalla gente che vive lungo il fiume. Si intravvedono ancora, infatti, ogni tanto, piccoli villaggi seminascosti dalla vegetazione. Ne visitiamo un paio: le solite scene di miseria, qualcuno offre stoffe o piccoli oggettini artigianali. Durante il viaggio consumiamo il nostro secondo pranzo a bordo, non molto diverso da quello di ieri. Qualcosa finisce ancora in pasto ai pesci.

Grotte
Le grotte di Pak Ou

Verso le 15:30 arriviamo alle grotte Pak Ou. Lasciata la barca al "molo", si sale per qualche decina di metri con ripidi gradini fino ad una grotta naturale, piena di statuette del Buddha. Sono quasi tutte di legno, alcune in pessime condizioni. Gli originali (di pietra o anche d'argento o d'oro) sono sparite. Di fronte alla grotta svetta una parete di un centinaio di metri (Pha Hen) recentemente attrezzata con vie chiodate. Ai piedi della parete sfocia nel Mekong il suo affluente Nam Ou, il cui percorso arriva fino al confine con il Viet Nam del Nord. Era utilizzato ai tempi della guerra per la discesa dei Vietkong verso il Laos a Luang Prabang.

Ripartiamo e in poco piu' di un'ora siamo a Luang Prabang. Qui l'approdo e' un po' piu' ufficiale. Salutiamo la famigliola del pilota e sbarchiamo. In cima alla gradinata saliamo sul pulmino che ci attende per portarci all'albergo. Comincia la visita di Luang Prabang.